In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del fungo Russula Cyanoxantha.
Incontrare una russula, durante una spensierata passeggiata nel bosco, non è cosa difficile, soprattutto non è arduo imbattersi nella regina delle russule, che per la sua riconosciuta bontà, è largamente consumata ed apprezzata dai molti cercatori. Si tratta della Russula cyanoxantha. Queste le principali caratteristiche. Il cappello ha un diametro che può superare i 12 cm, ed è generalmente superiore all’altezza del gambo.
Come tutte le russule ha una carne fragile (anche se un po’ meno di tante altre), per il motivo che la composizione strutturale è costituita da “sferociti”, cellule tondeggianti, che ricordano vagamente il polistirolo.
Le russule sono funghi simbionti e anche questa russula vive in uno stretto legame con diverse specie arboree, con i cui apparati radicali scambia essenziali sostanze nutritive.
Ma vediamo un po’ dove e quando cercarla. Già da maggio o ai primi giorni di giugno possiamo trovarla a quote che vanno dai 200 ai 400 mt, in boschi di castagno. Più avanti possiamo rinvenirla sotto faggio ad altitudini tra i 900-1000 mt e nei periodi più caldi dell’estate sotto abete. Possiamo ancora incontrarla ad inizio e fine estate e poi in autunno, anche sotto carpino, leccio e altre essenze ancora. Lo strato di foglie secche dell’inverno precedente spesso occulta alla nostra osservazione la russula che, sovente, fa capolino tra le foglie sconnesse o ammucchiate dal vento e dalla pioggia.
La Russula cyanoxantha il cui nome stesso vuol dire “fiore di color viola”, riferito alla colorazione del cappello. La colorazione del cappello delle russule è in realtà formata da un miscuglio di colori idrosolubili e, a causa di determinate condizioni ambientali (pioggia, sole), prevarrebbe il colore meno oggetto del fenomeno di dilavamento dei pigmenti. Di conseguenza i colori che caratterizzano la R. cyanoxantha variano dal viola al violetto lilacino, dal blu all’indaco, fino a colorazioni verde oliva o verde pera (f.ma peltereaui).
Nel raccogliere questa russula avremo l’accortezza di staccare completamente e delicatamente il gambo dal terreno. Il gambo è sodo, cilindrico, ingrossato nella metà inferiore e a volte soffuso di un delicato colore rosa-lilacino su una parte di esso. Il gambo, di colore bianco, sostiene un cappello lubrificato e brillante. Se il tempo è umido, presenta un imenio bianchissimo, la cui sporata è catalogata dal noto russulologo francese Henry Romagnesi, come “ I a “.
L’imenio è formato da lamelle e numerose lamellule che aderiscono al gambo; sono piuttosto basse, ma soprattutto hanno una caratteristica unica nel genere Russula e cioè di essere lardose al tatto. Se portiamo un frammento di carne, bianca e soda, alla lingua, avvertiremo un gusto mite e di delicata gradevolezza.
A questo punto, la certezza dal punto di vista macroscopico è pressoché totale. Possono, comunque, venire in aiuto, per ulteriore conferma determinativa, per gli appassionati che volessero cimentarsi con i noti reagenti chimici, ben due reazioni macrochimiche: la prima con la Tintura di Guajaco, che sarà positiva, mentre la seconda, reazione al FeSO4, sarà negativa. Per gli studiosi del genere i reagenti sono componenti fondamentali e irrinunciabili! A completamento dello studio di questa russula, ovviamente per i più esperti, è necessario avvalersi della microscopia ottica, avendo cura di osservare la forma, le misure e le ornamentazioni delle spore e l’analisi della pileipellis.