In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del fungo Cortinarius Calochrous.
Posizione sistematica
Classe: Basidiomycota;
Ordine: Cortinariales;
Famiglia: Cortinariaceae;
Genere: Cortinarius;
specie: calochrous;
varietà: calochrou
Etimologia: Cortinarius deriva dal latino attinente alle cortine, per i caratteristici residui del velo. Callochrous (o calochrous come riportato in numerosi testi di micologia, sebbene non sia il nome corrente della specie) deriva dal greco calus (bello) e chrus (letteralmente “pelle”, ma anche “colore”) quindi “dal bel colore”
Cappello: 4-10 cm, da emisferico-convesso ad appianato, di un color giallo citrino, talvolta con toni olivastri o con tonalità fulve al disco, leggermente più chiaro al margine. Il velo giallastro tenderebbe, a volte, ad originare chiazze rugginose sul cappello in alcune zone.
Imenio: lamelle arrotondato-sinuate, moderatamente fitte, a lungo lillà, rosa violacee o bianco violacee, talvolta piuttosto pallide. Lamelle ocraceo-rugginose solo nel fungo pienamente maturo.
Gambo: 3.5-6 x 7-10 cm, cilindrico, da biancastro a giallastro-ocra, con bulbo nettamente marginato, residui del velo giallastri attorno ad esso. Sovente vi è la presenza di tonalità violette sulla superficie del gambo.
Anello: assente
Carne: biancastra, dall’odore leggermente terroso, sapore simile.
Habitat: cresce in estate-autunno, nei boschi di latifoglia, spesso in associazione con Quercus o Fagus.
Commestibilità: non commestibile.
Ecologia: il fungo cresce in simbiosi con piante di latifoglia e fruttifica con esemplari singoli o gregari.
Da non confondere con: il fungo, considerando le sole tonalità gialle del cappello, può essere confuso con parecchie specie, in particolare della Sezione Scauri (aventi macroreazioni simili agli alcali e bulbo marginato, ma lamelle mai persistentemente violette) o Fulvi (specie molto più robuste con spore più grandi e ornamentate, lamelle mai lillà nel giovane e macroreazioni differenti). La determinazione della specie esatta all’interno della Sezione Calochroi può rivelarsi molto difficile. Prima di tutto occorre analizzare la reazione all’idrato di potassio sul bulbo. Questa può essere positiva (C. albertii, C. catharinae, C. sanctifelicis, C. insignibulbus, C. selandicus, C. chailluzii, C. cisticola) e diversificata (più o meno rapida e il viraggio può andare dal rosa al bruno) oppure negativa (C. splendidior, C. calochrous, C. sublilacinus, C. haasii). La colorazione del cappello, la dimensione sporale e l’habitat possono ulteriormente guidare la determinazione all’interno delle numerose varietà di Cortinarius calochrous. Sono specie di conifera il Cortinarius calochrous var. coniferarum, la var. barbarorum (ora varietà sinonimizzate) e la var. haasii; mentre sono specie di latifoglia Cortina rius calochrous nelle var. carolii, parvus e, appunto, Cortinarius calochrous var. calochrous