In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche del fungo Clitocybe Nivea.
Le particolarità macroscopiche mediante le quali dare una diagnosi a questa specie sono: l’aspetto piuttosto tozzo, il cappello a forma di trottola, specialmente nei giovani esemplari, spesso presentante il margine inciso, la sua carnosità che lo differenzia dalle clitocybi bianche tossiche dalla consistenza elastica, il colore bianco neve e l’aspetto opaco del rivestimento pileico, le lamelle lungamente arcuato-decorrenti, spesse e rade, igroforoidi, dalle tonalità giallo ocracee chiare, quasi da Clitopilus. Anche l’osservazione delle caratteristiche microscopiche riservava delle sorprese: le spore infatti erano di dimensione maggiore di quella delle clitocybi bianche tossiche ed i basidi si presentavano allungati ed igroforoidi, caratteristica che colloca la specie in esame nel sottogenere Hygroclitocybe Bon. Da questo si potrebbe affermare che Clitocybe nivea potrebbe essere considerata un fungo di transizione verso il genere Hygrophorus.
Posizione sistematica Classe Basidiomycota, Ordine Tricholomatales, Famiglia Tricholomataceae, Genere Clitocybe, Sottogenere Hygroclitocybe Specie Nivea
Etimologia: il nome del genere deriva dal greco klitόs = inclinato, infossato, e kybe = cappello, per la forma del cappello, mentre il nome della specie deriva dal latino niveus –a – um = di neve, coperta di neve, bianca come la neve, per il suo colore pileico
Cappello: 20-50 mm, inizialmente convesso, poi disteso guancialiforme, infine depresso, con il centro tipico largamente ed ottusamente umbonato e con l’orlo all’inizio involuto, poi disteso, flessuoso, lobato. Rivestimento pileico bianco ghiaccio, poi con alcune macchie giallastre ocracee, opaco ed uniformemente pruinoso, non igrofano.
Imenoforo: composto da lamelle lungamente arcuate, decorrenti, molto spaziate per il genere, spesse, igroforoidi, prima crema biancastre, poi crema ocracee, intercalate da lamellule
Gambo: 25- 50 x 10 mm, cilindrico, ingrossato alla base, pieno, sodo, talora canalicolato longitidinalmente, bianco poi sfumato di giallino, con aspetto sericeo per la presenza di fibrille sericee e feltro miceliare bianco alla base.
Carne: spessa e relativamente soda, bianca, con odore debole, gradevole e sapore mite.
Sporata: bianca
Ecologia ed Habitat: fungo saprotrofo, sui Colli Euganei cresce gregario a piccoli gruppi, in tardo autunno, inizio inverno, sui versanti più caldi, nei boschi sia di latifoglia (solitamente pseudomacchia talora con la presenza di leccio, roverella e di castagno) che di aghifoglia (pini, cedri)
Commestibilità: da non consumare per il principio di precauzione in quanto può essere confuso con le clitocibi del Gruppo Candicantes (in particolare la C. phyllophyla la C. dealbata), le quali causano intossicazioni con sindrome muscarinica. In passato la C. nivea è stata raccolta e sicuramente consumata, senza apparenti conseguenze, scambiata per altra specie commestibile.
Da non confondere con: le clitocybi del Gruppo Candicantes (in particolare la C. phyllophyla e la C. dealbata), che però differiscono da Clitocybe nivea per la consistenza della carne elastica e tenace, per il tipico odore di farina rancida, per avere le lamelle meno decorrenti, più fitte, bianche o biancastre (nella prima possono essere sfumate di rosa), per i basidi basali e le spore nettamente più piccole; il Clitopilus prunulus e la Rhodocybe fallax che però hanno odore di farina fresca e le lamelle nettamente rosa a maturità; l’Hygrophorus melizeus che ha le lamelle più spaziate e spesse e vive nei mirtilleti delle peccete di montagna. La specie che più si avvicina dal punto di vista morfologico per la carnosità, il colore bianco opaco del rivestimento pileico e per le lamelle decorrenti è indubbiamente Clitocybe alnetorum J. Favre, che però ha il suo habitat esclusivo presso gli Ontani e che ha una microscopia tipica da Candicantes; Clitocybe hypotheia Bellù è probabilmente sinonimo posteriore di Clitocybe nivea almeno nell’accezione che viene data alla specie dagli autori moderni francesi e spagnoli. Bellù non condivide la consuetudine di denominare Clitocybe nivea questo fungo e riporta che quella che descrive nel suo protologo originale Velenovsky è una specie che differisce per troppe caratteristiche dalla nostra, che quindi non dovrebbe essere posta in sinonimia e dovrebbe essere chiamata Clitocybe hypotheia.