In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche dei funghi Amanita.
Il Genere Amanita comprende funghi conosciuti dall’antichità, sia per l’apprezzata commestibilità dell’Amanita caesarea, che per la pericolosità delle specie velenose mortali. Anche la bellezza per forme e colori di alcune amanite ha contribuito all’apprendimento di queste specie. Non sono funghi difficili da riconoscere, almeno nel proprio genere, per alcuni particolari caratteri morfologici quali la volva, l’anello e il portamento.
Include funghi terricoli, con gambo centrale, cappello facilmente separabile dal gambo (carne eterogenea), una presenza più o meno evidente del velo parziale (anello); la parte imeniale è costituita da lamelle, più o meno fitte, libere e intercalate da lamellule; alla base del gambo c’é la presenza di una parte del velo generale (volva), che può essere di forme diverse.
I giovani funghi, prima dello sviluppo, si presentano racchiusi in un ovulo, cioè completamente avvolti dal velo generale. Durante la crescita il fungo lacera il velo: in alcune specie resti di esso rimangono appiccicati sul cappello, sotto forma di frammenti (verruche); mentre un’altra parte resta sotto la base del gambo (volva). Caratteristica è la volva di alcune amanite a forma di un piccolo sacco. Il velo parziale, invece, a protezione dell’imenio nel fungo immaturo, si stacca dalle lamelle, rimanendo penzolante e attaccato al gambo (anello). In altre specie, nello sviluppo, l’anello lascia residui fioccosi, squamosi o zebrati lungo il gambo.
Il cappello
Le dimensioni variano da un minimo di cm 5 ad un massimo di cm 20, come in A. ovoidea e A. muscaria. Le colorazioni sono diverse e così le forme, da globose, emisferiche, convesse, pianoconvesse, ecc. La cuticola, più o meno vischiosa, è asportabile dalla carne. Diverse possono essere le decorazioni presenti sulla superficie del cappello: fibrille innate in A. phalloides, verruche diverse a seconda delle specie. Tutti elementi importanti ai fini della determinazione! Altro carattere fondamentale al riconoscimento è la presenza o meno delle striature radiali al margine del cappello.
Il gambo
Risulta essere centrale, eterogeneo con la carne del cappello, sovente slanciato, cilindrico, con base bulbosa (subsferico, napiforme) e con presenza della volva. Può essere liscio o anche mostrare decorazioni di vario tipo, può, inoltre, presentare un anello più evidente, che, nella Sezione Vaginatae, non è più visibile, perché obliterato (perduto). La volva. Nelle amanite può presentarsi con differenti forme a causa della diversa consistenza dovute alle caratteristiche anatomiche del velo generale. Se il velo è costituito da ife filamentose, si produrrà una volva membranosa, che si lacererà alla sommità, durante lo sviluppo e lascerà un sacchetto evidente alla base del gambo (es. A. phalloides, A. caesarea). Se, al contrario, il velo generale sarà composto in prevalenza da ife sferocitiche, la volva prodotta avrà una consistenza + friabile, che tenderà a dissociarsi sotto forma di scaglie alla base del gambo, abbandonando residui sul cappello (verruche) e formazioni di cercini lungo il gambo. Anche lo spessore del velo, nonché la vischiosità della cuticola del cappello, contribuiranno alla conformazione della volva. Le caratteristiche morfologiche della volva saranno estremamente utili al riconoscimento della specie, oltre ad avere valore sistematico nella creazione dei sottogeneri. La carne. Di norma poco consistente e fragile, quasi sempre bianca, tranne limitate eccezioni è immutabile; gli odori sono poco caratterizzanti, eccettuando l’odore rafanoide di un paio di specie (A. citrina, A. porphyria) e poco altro.
Le spore
La sporata in massa è biancastra (funghi leucosporei), sono lisce con parete sottile. Al microscopio si presentano ialine (trasparenti) e dunque sono necessari dei coloranti per l’individuazione. Forme: da globose a ellissoidali, fino ad oblunghe e cilindriche e con misure diverse. Fondamentale carattere nel Genere Amanita è la reazione della parete sporale ad un reattivo iodato (Melzer), per verificare l’amiloidia, carattere che ha valore sistematico.
Ecologia e habitat
Le amanite sono funghi simbionti, a parte alcune limitate eccezioni, e sembra non ci sia un legame verso una specifica essenza arborea. La crescita della A. vittadini e A. singerii in prati lontani da alberi farebbe pensare, invece, a funghi saprofiti; così anche una forma dell’A. fulva, che ha una crescita nell’humus di ceppaie di castagno (A. fulva f.ma xylophila). Le amanite fruttificano dalla primavera a fine autunno. Alcune specie si ritrovano solamente in primavera o ad inizio estate (A. verna, A. boudieri).
La ricercatissima A. caesarea predilige boschi di latifoglie, a quote piuttosto basse, e periodi caldi.
Commestibilità
Sono poche le specie apprezzate per il consumo, in particolare, come la già citata, l’A. caesarea, tra i funghi in assoluto più valutati.
Altre specie: quelle appartenenti alla Sez. Vaginatae, ma solo dopo adeguata cottura.
Mentre per la pericolosa tossicità è necessario saperr riconoscere assolutamente l’A. phalloides, A. verna e A. virosa.
Altre specie tossiche meno temibili: A. pantherina, A. muscaria, A. proxima, A. junquillea, ecc. Sistematica.